Fine pandemia?
Covid 19 fine pandemia
Alberto Zangrillo
Oggi è il 31 maggio e circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere per la fine del mese e inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. (Alberto Zangrillo – Direttore della Terapia Intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano – Intervista Raitre – 31/5/2020).
Massimo Clementi
Abbiamo analizzato 200 nostri pazienti paragonando il carico virale presente nei campioni prelevati con il tampone. Ebbene i risultati sono straordinari: la capacità replicativa del virus a maggio è enormemente indebolita rispetto a quella che abbiamo avuto a marzo. E questo riguarda pazienti di tutte le età, inclusi gli over 65». (Massimo Clementi – Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele e professore all’Università Vita-Salute – 01/06/2020).
Matteo Bassetti
Abbiamo un’infezione molto diversa a quella di febbraio-marzo. È la presentazione della malattia che è diversa, sono i malati che arrivano al pronto soccorso che oggi sono meno gravi. A marzo c’era una sfilza di ambulanze che arrivavano al pronto soccorso. Avevamo di fronte a noi una tigre assassina e feroce che spesso ci ha sopraffatti, oggi abbiamo un gatto selvatico addomesticabile. È evidente che è successo qualcosa. Il virus è meno virulento, quindi c’è meno carica virale e questo è stato dimostrato dal laboratorio del San Raffaele. È anche mutato come avrebbe verificato il laboratorio di Brescia. (Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova – 01/06/2020).
Giorgio Cosmacini
La Spagnola (1918-1919 – 50 milioni di morti) è stata combattuta con le stesse misure igienico-sanitarie di oggi: distanziamento sociale, quarantene, mascherine. Poi si è estinta per lisi, con progressiva attenuazione della sua aggressività, nel giro di un anno e mezzo. I virologi ci dicono che il nuovo coronavirus non ha mutato struttura, dinamica, virulenza. Ci crediamo. Gli epidemiologi affermano che non ha perso la sua capacità diffusiva. Crediamo anche a loro. Ma la terza voce, quella dei clinici, che vedono i malati, ci racconta che l’aggressività del virus appare ridotta e l’organismo umano reagisce meglio. (Giorgio Cosmacini – Professore di Storia della Medicina all’ Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – 18/05/2020).
Giovanni Canzio
Da cultore del darwinismo, spero e auspico che le leggi della selezione naturale, che da sempre impongono al parassita di non uccidere il suo ospite ma di convivere, modifichino qualche lettera fondamentale nella sequenza A, G, C, U. I ripetuti passaggi nell’uomo potrebbero far perdere al coronavirus quella “virulenza selvaggia” dovuta al salto di specie e adattarsi alla specie umana come avvenuto per tanti altri virus, a partire dai cugini coronavirus del raffreddore comune. (Giovanni Canzio – COVID-19: QUANDO E QUANTO SERVE IL TAMPONE – Porta Grande – 19/04/2020).
L’osservazione clinica attuale evidenzia, nei soggetti sintomatici, una localizzazione del virus in prevalenza alle alte vie respiratorie, senza aggredire gli alveoli polmonari, come se la malattia fosse diventata meno aggressiva. Potrebbe dipendere dalla diminuzione della carica virale a causa dell’arrivo dell’estate, delle misure preventive e dell’isolamento dei positivi che spesso mantengono la positività per periodi molto più lunghi del previsto. Si contano forme meno gravi non respiratorie, a dimostrazione che il Covid-19 più che una malattia respiratoria è una sindrome complessa, come anticipammo su queste pagine il 14 aprile scorso. (Giovanni Canzio – CHE FINE HA FATTO IL CORONAVIRUS? – Porta Grande – 30/05/2020)
Charles Darwin
Gli organismi viventi sono in equilibrio col loro ambiente, siccome l’ambiente cambia, debbono cambiare anch’essi, altrimenti sono condannati a scomparire. (Charles Darwin – The Origin of Species – 24/11/1859).
Ai tempi di Darwin virus, batteri e DNA-RNA erano entità sconosciute, ma egli riuscì a dimostrare come la sopravvivenza di tutte le specie era strettamente connessa all’adattamento all’ambiente.
Se il coronavirus 2019 convive amabilmente con il pipistrello, perché non deve adattarsi anche al suo nuovo ospite che è l’uomo?
I ceppi più aggressivi, che in prima fase hanno seminato morte, sono morti anche loro, non potendo replicarsi in nuovi individui.
Invece i ceppi meno aggressivi hanno avuto modo di passare da soggetto in soggetto, diventando la popolazione dominante, con meno carica virale, meno aggressività e maggiore persistenza nell’organismo (positivi asintomatici a bassa contagiosità).
Gli esperti del ministero e del comitato tecnico-scientifico sono però in disaccordo con le ipotesi sopra riportate, ritenute fuorvianti e pericolose in quanto potrebbe indurre comportamenti meno prudenti.
Il prof. Zangrillo e altri, in realtà non hanno messo in dubbio la circolazione del virus, seppur attenuata in maniera importante da vari fattori tra cui il lockdown, ma hanno evidenziato che la manifestazione clinica della malattia è radicalmente cambiata.
Intanto in Puglia, oggi 2 giugno, solo un caso di accertata positività su ben 1810 test.
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