Anche quest’anno al termine della manifestazione vengono conferiti i premi “Festival delle Penne Libere 2025” queste le motivazioni.

Francesco Paolo Romeo

Con il testo “Dalla vita “mortificata al progetto di vita indipendente: privazione giovanile e politiche educative”, Francesco Paolo Romeo affronta con coraggio, lucidità e profonda sensibilità uno dei temi più urgenti e delicati del nostro tempo: la condizione giovanile nella società contemporanea.
Partendo dai dati allarmanti del Rapporto ISTAT 2023, l’autore ci guida in un’analisi acuta e multidimensionale che intreccia dati, storie, riflessioni etiche e politiche. Romeo illumina il paradigma della “zombificazione giovanile” come metafora potente della paralisi progettuale che affligge le nuove generazioni, amplificata dalla pandemia e aggravata da un welfare ancora inadeguato.
La sua scrittura, densa e appassionata, denuncia la carenza di spazi di ascolto e la mancanza di politiche educative capaci di accendere speranza e futuro.
Con grande rigore intellettuale, l’autore evidenzia come la crescente vulnerabilità dei giovani non sia un fenomeno isolato, ma un sintomo di un disagio collettivo che chiama in causa responsabilità istituzionali, sociali e culturali. Romeo offre al lettore non solo un’analisi critica, ma anche un orizzonte di rinascita, indicando la costruzione di comunità accoglienti come strada per restituire dignità, voce e protagonismo ai giovani.
Per la capacità di unire chiarezza scientifica, sensibilità narrativa e un impegno civile autentico, il premio “Penna libera 2025” è conferito a Francesco Paolo Romeo, che con la sua penna contribuisce a un’informazione libera, consapevole e realmente trasformativa.
Silvia Bencivelli

Con “Tre colpi di genio e una pessima idea. Ascesa e caduta di uno scienziato squinternato“, Silvia Bencivelli ci regala un ritratto magistrale di Charles-Édouard Brown-Séquard, scienziato brillante e controverso, capace di oscillare tra intuizioni geniali e clamorosi abbagli.
In queste pagine, Bencivelli riesce a coniugare rigore storico-scientifico e narrazione avvincente, restituendo al pubblico la figura di un medico dimenticato, pioniere dell’endocrinologia e della neurologia, e insieme uomo inquieto e visionario.
Con uno stile ironico, preciso e profondamente umano, l’autrice ci invita a riflettere sulla sottile linea che separa il coraggio dell’innovazione dal rischio dell’eccesso, illuminando la vulnerabilità intrinseca della ricerca e il desiderio eterno di superare i limiti umani.
La scelta di raccontare anche l’errore – quel fluido miracoloso che segna la rovina di Brown-Séquard – diventa metafora universale della scienza come impresa profondamente umana, fatta di slanci, fallimenti e rinascite. In un’epoca segnata da disinformazione e sfiducia verso la conoscenza, questo testo riafferma l’importanza di un’informazione scientifica onesta, accessibile e critica.
Per la capacità di unire divulgazione e letteratura, per il talento di dare nuova vita a storie dimenticate e per il contributo prezioso a un dibattito pubblico più consapevole e maturo, la menzione speciale “Penna libera 2025” è assegnato a Silvia Bencivelli.
Eleonora Coletta

Con “Canale terminale“, Eleonora Coletta ci accompagna in un viaggio coraggioso e intimo, che attraversa i confini tra salute, identità e dignità umana.
Il suo testo si distingue per la capacità di unire un linguaggio limpido e incisivo a un approccio profondamente empatico, affrontando temi complessi come la fragilità, la fine della vita e il diritto alla cura, in un’epoca in cui la salute è al centro di tensioni etiche e sociali.
Coletta dà voce a chi spesso rimane invisibile, restituendo un volto e una storia alle persone che vivono la malattia non come un semplice evento clinico, ma come un’esperienza totalizzante che interroga la società sul significato stesso di prevenzione e innovazione.
La sua scrittura diventa uno strumento di consapevolezza collettiva, un “canale” che mette in comunicazione la sfera individuale con la dimensione pubblica, invitando il lettore a ripensare la salute come un diritto universale e non come privilegio.
In un contesto segnato da disinformazione e superficialità, “Canale terminale” rappresenta un atto di responsabilità e un esempio di informazione libera e onesta, capace di generare riflessione e cambiamento.
Per il coraggio intellettuale, la qualità narrativa e il contributo prezioso al dibattito su salute e diritti, la menzione speciale “Penna libera 2025” è conferito a Eleonora Coletta.
