Sanità: giù le mani da Cisternino
Post Covid a Cisternino
“I numeri ridottissimi del contagio a Fasano e la conformazione del nostro territorio, ricco di aree e di natura fruibili in sicurezza, impongono di immaginare una ripresa della quotidianità, oltreché del lavoro.
Non possiamo paragonarci a Milano o ad altre realtà più sfortunate, dobbiamo riorganizzare le nostre vite partendo dal contesto epidemiologico, sociale e territoriale in cui ci troviamo.
E dobbiamo anche mettere riparo agli errori che, forse nella fretta, sono stati commessi, e sempre ai danni dei bambini: perché, all’interno dell’ex ospedale di Fasano, non è normale eliminare l’attività di Pediatria per allocare un intero reparto di ben 12 malati, affetti da Covid-19, al quinto piano.
La troviamo davvero una soluzione scabrosa, frutto di una decisione sciagurata che, una volta di più, si ripercuote sui più piccoli, privati pure delle più elementari possibilità di assistenza sanitaria.
L’intreccio di scienza e politica può generare scelte distorte, cui va immediatamente posto rimedio: si chiede, dunque, il ripristino delle attività ambulatoriali di Pediatria e, contestualmente, il dislocamento in altra sede dei 12 pazienti contagiati dal coronavirus.
Visto che nel vicino Comune di Cisternino è stato recentissimamente individuato un apposito plesso ospedaliero, con un numero ampliato di posti per la cura del Covid-19, i degenti di coronavirus attualmente dislocati a Fasano potrebbero essere trasferiti proprio lì, lasciando che il presidio fasanese ritorni a erogare tutte le sue precedenti prestazioni sanitarie, con in primis l’ambulatorio di Pediatria”.
È la richiesta al sindaco di Fasano di uno dei consiglieri comunali più attivi e preparati: il prof. Vito Bianchi.
Personalmente non posso che concordare con il professore riguardo la decisione sciagurata della Regione Puglia di disseminare sul territorio della provincia di Brindisi questi ospedaletti post-Covid per la fase finale di guarigione clinica e virologica di pazienti dimessi dal Perrino di Brindisi.
Lo scrivo e lo urlo ormai da oltre un mese.
Ma ancora più sciagurata è la richiesta del consigliere Bianchi che doveva richiedere al sindaco, all’ASL e alla regione, la revoca immediata di questa opzione per Fasano, Cisternino, Mesagne e Ceglie M., perché ha messo in ginocchio i quattro PTA con i relativi territori.
Da sciagura nasce sciagura, per cui ha proposto di chiudere solo il post-Covid di Fasano trasferendo tutti a Cisternino dove è stato individuato un apposito plesso ospedaliero.
Cosa????? Quello è il nostro PTA, la nostra unica risorsa sanitaria, il nostro futuro distretto e OdC. Proprio come lo è l’ex ospedale per i fasanesi.
Se per Fasano non è normale eliminare l’attività di Pediatria, per Cisternino non è normale chiudere la degenza territoriale (Ospedale di Comunità), per evidenti correlazioni con la popolazione che è un quarto rispetto a Fasano e quindi risponde concretamente a tutte le richieste sanitarie di cronicità dei nostri concittadini.
Cisternino, a differenza di Fasano, non ha nessuna RSSA o casa di riposo e l’ospedale di comunità rappresenta “tutto” per i nostri anziani e per i malati cronici.
Nessuna guerra campanilistica tra deboli ricordando, storicamente, che Cisternino in sanità ha sempre dato (a Fasano) e mai ricevuto.
Uniamoci e facciamo pressioni sulla regione e sulla ASL per ridare forza alla sanità territoriale che non può fare a meno dei PTA operativi al 100%.
I numeri attuali dei ricoverati Covid al Perrino sono molto bassi per cui i 60 posti letto “rubati” ai PTA sono del tutto sovradimensionati.
È evidente che qualunque tentativo di rendere la nuova struttura di Cisternino un Hospital post-Covid permanente, sarà rinviato al mittente e combattuto con estrema forza in tutte le sedi.
Come qualunque tentativo di accorpamento o fusione tra i due PTA di Cisternino e Fasano.
Dott. Giovanni Canzio