VIRUS: L’IMMUNITÀ DI GREGGE NATURALE ANCHE IN ITALIA
–dott. Giovanni Canzio–
La Puglia in particolare e la maggior parte delle regioni d’Italia, governo compreso, ha scelto la nuova linea per questo virus, l’immunità di gregge naturale. Dopo il lockdown severo la popolazione è libera di contagiarsi, ammalarsi e immunizzarsi lasciando spazio alle folle notturne, soprattutto di giovani, che interagiscono senza alcun controllo verso protezioni e distanze.
È una scelta politica avallata tacitamente anche dai sanitari dei vari comitati tecnici scientifici che, pur prevedendo l’alto rischio di una seconda ondata che in realtà è già in atto in tutta Europa, nulla fanno per imporre scelte diverse a cominciare dalle dimissioni dal loro incarico per manifesta divergenza di opinioni.
In pratica l’Italia ora ha optato per la politica sanitaria della Svezia, della Gran Bretagna e degli U.S.A del marzo scorso, in cui si preferiva l’immunità di gregge naturale al lockdown con le conseguenze di un fallimento totale. Riporto le parole testuali del nostro capo della task force regionale prof. Lopalco del 13 marzo scorso:
“IL GREGGE CHE NON PROTEGGE. In questi ultimi giorni si parla spesso di immunità di gregge a proposito di COVID-19.
Secondo alcuni epidemiologi il virus si fermerà quando il 60% della popolazione avrà sviluppato anticorpi contro la malattia. È per questo motivo che si tira fuori il concetto di immunità di gregge: in pratica il 60% degli immuni proteggerebbero il 40% di quelli che la malattia non l’hanno ancora avuta.
L’immunità di gregge naturale effettivamente si realizza nelle campagne vaccinali, quando i vaccinati proteggono i non vaccinati dall’infezione, sembrerebbe dunque un concetto adattabile alla epidemia del virus COVID-19.
Peccato che in questo 60% di pazienti colpiti, metà se ne andrà in ospedale e molti di questi in rianimazione per più di due settimane.”
La contraddizione tra quello che si afferma e quello che si impone è gigantesca. Due giorni fa il professore ribadisce che i casi registrati fra luglio e agosto rappresentano l’innesco di una seconda ondata. Lo stesso innesco che a febbraio, semplicemente, non abbiamo rilevato e che poi ha provocato la grande ondata. Invece il presidente Emiliano non ascolta per nulla il suo futuro candidato alla poltrona di assessore regionale alla sanità e adotta un atteggiamento tollerante al massimo, dopo le ordinanze dittatoriali dei mesi scorsi ma dagli esiti positivi. Se questo sarà il ruolo del candidato all’assessorato pugliese, forse è meglio che il prof. Lopalco torni alla sua cattedra universitaria di Pisa.
Tutti discutiamo ogni giorno dell’incomprensibile doppia misura nei provvedimenti per limitare il rischio Covid. Da una parte file ordinate di cittadini con mascherine davanti ai negozi, dai medici, in ospedale, ai bar e ristoranti, dai parrucchieri ed estetisti. Dall’altra carnai umani alla ricerca di emozioni soffocate dal lockdown. Altro che calzari, guanti, mascherine e schermi in plexiglas! Inoltre i viaggi all’estero per vacanza sono una follia inaccettabile in questo momento.
L’unica iniziativa adottata tardivamente dalla Regione Puglia (13 agosto) è stata quella della mascherina in discoteca e della distanza di due metri sulla pista da ballo. Tradotto in linguaggio epidemiologico: presa per i fondelli.
Anche nelle altre regioni la situazione è caotica con iniziative diverse e spesso opposte. Pesa molto il voto del 20 settembre per le regionali che induce molti presidenti, candidati alla rielezione, a raccattare voti dappertutto, sotto le forti pressioni di amministratori locali e imprenditori che vogliono tirare fino al termine dell’estate, approfittando dell’impennata turistica nelle regioni del sud, imprevista fino a giugno scorso. Dopo le elezioni si vedrà… tanto alla scuola non ci pensa nessuno. Con il governo che è rimasto in lockdown totale e incapace di qualunque azione.
Mi chiedo, alla luce dei numerosi episodi di infezioni respiratorie e febbre di questo periodo, cosa accadrà in autunno-inverno. Chi ha febbre o sintomi respiratori non deve assolutamente andare a scuola o al lavoro ma poi sarà necessario il certificato di rientro nel quale si certifica che il paziente non è contagioso. Come potrà farlo il medico di famiglia che, teoricamente, non può nemmeno visitare il paziente febbrile? Faremo il tampone a tutti gli assenti? Come e quando potremo richiedere il tampone? Nessuna risposta.
In questi giorni ci chiamano molte mamme con i figli febbricitanti e raffreddati e la prima domanda è: può essere Covid? Voi cosa rispondereste per telefono?
Sarebbe necessario che ogni candidato alla presidenza della regioni, in campagna elettorale, dichiarasse la sua linea programmatica per la sanità in termini di iniziative per la prevenzione e il controllo della pandemia, sia negli ospedali che soprattutto sul territorio. Vorremmo tutti delle linee guida, con particolare riguardo alla vita scolastica, perché prevediamo un autunno di paure e angosce dopo le follie estive.
Oggi sappiamo solo che il presidente Emiliano ha inserito ancora una volta il Perrino tra gli ospedali Covid, malgrado il parere contrario di tutti i sindacati e degli operatori sanitari, dopo la figuraccia di questa primavera. In più ha reso Covid anche Ostuni per la Pneumologia e Francavilla per ulteriori posti di terapia intensiva, senza alcun ospedale no-Covid nell’ASL BR. È una scelta della giunta regionale che può essere discussa, ma almeno è stata dichiarata. Come è una scelta quella dell’immunità di gregge alla Boris Johnson e alla Trump di questa estate che mai è stata dichiarata e che purtroppo procede alla grande.