Sei un imprenditore e ti senti in difficoltà?
Facciamo insieme alcune riflessioni…
Il coronavirus ha messo le aziendecistranesi e di tutta l’Italia di fronte a una delle sfide più complesse degli ultimi anni.
Gli imprenditori locali hanno il gravoso compito di dover gestire le criticità nel breve periodo e allo stesso tempo sforzarsi di elaborare una nuova visione di futuro e a gestire una crisi con degli effetti ancora difficili da prevedere e misurare.
Stare nella sensazione di incertezza e fragilità del sistema e convivere con il vissuto di indeterminatezza e preoccupazione costringe gli imprenditori a lavorare con dati non certi e con la difficoltà oggettiva che deriva dal non poter fare un’ipotesi chiara di strategia per ripartire.
Che ne sarà dell’estate cistranese e del turismo locale?
Come gestire il lockdown adesso e nel prossimo futuro?
Come sopravvivere a questa turbolenza?
Queste e molte altre domande agitano e preoccupano i nostri imprenditori.
Dalle organizzazioni resilienti alle organizzazioni antifragili
Per sopravvivere e superare la turbolenza, ogni azienda deve saper essere forte e, allo stesso tempo, flessibile,assorbire gli urti, gestire l’emergenza, reinventarsi, riorganizzarsi e… imparare dalla crisi stessa. Insomma, non proprio un gioco da ragazzi!
Si parla tanto di resilienza, oggi più che mai, di aziende resilienti, in grado di identificare le azioni più efficaci per gestire il momento, aumentando così la probabilità della propria sopravvivenza in futuro.
Per gestire questa situazione del tutto nuova Taleb (e vi consiglio il libro dal titolo “Antifragile”) sostiene che la persona può imparare a divenire “antifragile”. Egli scrive che “…quando una persona è fragile, è necessario che le cose vadano alla lettera come da programma, evitando al massimo le deviazioni, in questo caso più dannose che inutili. È per questo che il fragile ha bisogno di un approccio previsionale molto dettagliato mentre, viceversa, i sistemi previsionali portano fragilità. Antifragile è invece chi desidera le deviazioni e non si preoccupa delle possibili dispersioni dei risultati che il futuro può portare, perché sa che saranno quasi tutti utili […]. Se ogni tentativo vi fornisce informazioni su ciò che non funziona, potete concentrarvi su una soluzione, e così ogni tentativo diventa più utile e più simile a un investimento che a uno sbaglio. Senza contare che, ovviamente, lungo il percorso scoprirete nuove cose”.
In fin dei conti, la lotta degli imprenditori contro il covid-19 è una lotta per l’antifragilità di tutta la sua azienda.
L’imprenditore antifragile: potenziare la resilienza, allenare l’antifragilità
Per tutto questo, l’azienda ha bisogno di una guida adattiva, una leader che identifica nella crisi la possibilità di migliorarsi, che ricerca l’incertezza per trasformarla in apprendimento e crescita per e con le persone che fanno parte della sua azienda.
Facile a dirsi….ma si può potenziare la resilienza? Come si allena l’antifragilità?
Non sappiamo quanto siamo resistenti fino al momento in cui non sentiamo di aver bisogno di essere resistenti. Questo è un buon momento per allenarsi ad attutire i colpi, scoprire il limite fisiologico entro il quale l’azienda si muove.
Come fare?
- Accettare lo squilibrio: gestire il conflitto, il caos e la confusione che si accompagnano al cambiamento, affinché la difficoltà organizzativa sia produttiva anziché distruttiva.
- Non interrompere il movimento aziendale: Governare la complessità non temendo gli errori ma generando movimento: riunioni online, turni di pulizie, il restiling della sede/punto vendita, il delivery e l’e-commerce, insomma…ad ogni azienda la propria azione di resilienza!
- Progettare un percorso di analisi, valutazione dei rischi e sviluppo: quale momento migliore per fare quelle rognose analisi e valutazione della propria azienda: perfezionare i prodotti e i processi, valutare le competenze necessarie a sviluppare maggior valore d’acquisto sul mercato, fare formazione e informazione online con i propri collaboratori. È il momento giusto per fare diagnosi!
- Promuovere la condivisione,la trasparenza e il pensiero positivo (favorire un clima di fiducia reciproca con i propri collaboratori, agire la propria leadership orizzontale sui valori dell’onestà, della trasparenza e della condivisione, coinvolgendo e valorizzando le persone che lavorano con noi).
A questo punto vi chiedo: sarebbe più strategico aspettare al porto che ci diano le rotte o spiegare le vele e navigare a vista?
Cinzia Soleti
Psicologa del lavoro, Life & Business Coach