Ospedale di Cisternino: alcuni dubbi, senza polemica!
Il dott. Giovanni Canzio fa alcune precisazioni al suo articolo “Sanità: giù le mani da Cisternino” e che abbiamo pubblicato ieri sul nostro sito. All’articolo del dott.canzio è seguita una replica del consigliere regionale Fabiano Amati e del sindaco di Cisternino Luca Convertini dal titolo “Ospedale di Cisternino, quale futuro?”
Oggi il dott. Canzio ha ritenuto di esprimere alcune precisazioni che pubblichiamo:
Nessuno mai ha messo in discussione il futuro dell’ OdC (Ospedale di Comunità) di Cisternino e la futura destinazione del PTA (Presidio Territoriale di Assistenza) di Cisternino in via Magellano.
Da molti anni faccio parte della Consulta della Sanità del Comune di Cisternino in qualità di rappresentante dei medici di famiglia, per cui il travagliato percorso della Casa della Salute l’ho vissuto in prima persona. Le garanzie da parte del Sindaco e della Direzione Generale e Sanitaria dell’ASL, (con le quali sono in rapporti eccellenti), che il Covid Hospital alla sua chiusura ritorni al territorio come OdC, non lasciano ombra di dubbio.
Io ho solo evidenziato, dal primo giorno di crisi pandemica, l’abbandono del territorio da parte della sanità pubblica, per far fronte alla disperata richiesta ospedaliera.
La chiusura dei quattro Ospedali di Comunità della provincia ha demolito l’ultima frontiera di supporto ai nostri pazienti affetti da patologie croniche, comunque non curabili in centri ospedalieri per il blocco dei ricoveri e la situazione critica in atto.
Quindi, riprendendo il titolo direi:
Quale presente?
Gli OdC chiusi, i PTA senza programmazione sanitaria, i medici di famiglia rinchiusi negli studi con ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) e ADP (Assistenza Domiciliare Programmata) sospese… il risultato è ben visibile!
Per il prossimo futuro, ossia finita l’emergenza, tutto tornerà come prima nei quattro PTA con OdC.
Mi auguro molto meglio di prima.
L’unico dubbio riguarda i tempi della fine dell’emergenza, non ancora programmabili.
Anche se i dati della nostra ASL parlano solo di una trentina di pazienti Covid non critici ricoverati al Perrino, a fronte dei 300 posti nella ASL BR, ottenuti con il grande piano ospedaliero di emergenza.
Di questi pazienti molti saranno dimessi a domicilio perché negativi al doppio tampone.
Gli altri verranno trasferiti nei quattro ospedali post-Covid. Se il trend dei ricoveri al Perrino sarà stabile o in calo, a fronte dei 60 posti post-Covid attivi, ci saranno pochi degenti.
Ad esempio, con 20 degenti post-Covid cosa farà l’azienda? 5 a Fasano, 5 a Cisternino, 5 a Ceglie e 5 Mesagne, con un impegno di almeno 20 medici, 30-40 infermieri e altrettanto OSS?
Oppure opterà per la scelta, più razionale, di mantenere aperti solo due post-Covid (Brindisi Nord e Sud) o solo uno? Per quanto tempo? Fino agli effetti del futuro vaccino?
Di fronte alla impellente richiesta di medicina del territorio sarà necessario riattivare i PTA, in particolare quelli con interventi chirurgici ed esami programmati da tempo (cataratta, ernie, chirurgia plastica, colon-gastroscopie, TC).
Da queste domande nascono i dubbi. Zero polemiche.
Dott. Giovanni Canzio