La giornata mondiale della terra compie 50 anni
È il 22 aprile del 1970 quando viene istituita in una conferenza dell’Unesco a San Francisco, la Giornata della Terra, conosciuta anche come Earth Day.
Questa giornata nasce per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra, gli ecologisti di tutto il mondo ancora oggi la utilizzano per valutare le problematiche del pianeta:
l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di specie di piante e animali che scompaiono.
E per la prima volta si parla apertamente anche della nostra estinzione.
Ma perché dopo 50 anni, ancora non abbiamo capito come convivere su questa terra rispettando i suoi equilibri?
E perché se 50 anni fa è nata l’esigenza di istituire una giornata come questa c’è stata un’evoluzione così rapida?
Questo #EarthDay2020 è un po’ diverso però, non ci sarà nessuna manifestazione per strada.
Nessun movimento da parte di ecologisti e studenti, ma una grande maratona digitale che, per 24 ore, attraverserà il Pianeta e raccoglierà azioni grandi e piccole, testimonianze a favore del Pianeta.
L’Italia ha avuto il compito di dare il via alle celebrazioni ed un grido di speranza è partito da Roma stanotte,
grazie alle parole del bluesman Zucchero, che ha cantato il suo inedito “Canta la Vita” in diretta dal Colosseo.
Questo “ lockdown” ha fermato intere città e ha permesso alla natura, inconsapevolmente, di ricominciare a muoversi intorno a noi.
Per rendercene conto basta solo fermarci un attimo da dentro le nostre case ed ascoltare quanto è assordante il silenzio in questi giorni e quanto è piacevole il canto degli uccelli.
Persino la concentrazione di biossido di azoto, responsabile dell’inquinamento dell’aria, risulta essere diminuita grazie alle immagini catturate dai satelliti.
Quando finirà questa pandemia però tutti torneremo a lavoro, a scuola, in vacanza, faremo presto a ritornare alla normalità.
Ma c’è una cosa che non possiamo permettere: c’è il rischio che tutto torni davvero come prima, forse, però questo è il momento giusto per progettare un nuovo mondo basato sull’ecosostenibilità e sull’economia circolare per contrastare una volta per tutte l’avanzare del cambiamento climatico.
Abbiamo l’obbligo morale di cambiare le cose, dobbiamo farlo per noi, per i nostri affetti, per le generazioni future e soprattutto per chi non smette di crederci.
Non solo oggi e non solo da 50 anni.
Elena Baccaro