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La dittatura democratica della salute

dott. Giovanni Canzio

L’impresa storica di Magellano di attraversare il tempestoso stretto che unisce l’Oceano Atlantico all’Oceano Pacifico nel 1520, sembra meno complessa del trasferimento del  PTA (Presidi Territoriali di Assistenza) di Cisternino nel sito che prende il nome dal grande navigatore portoghese.

Il trasferimento del  PTA di Cisternino
Il trasferimento del PTA di Cisternino

Chiuso il post-Covid nel lontano 30 maggio 2020, con soli 11 ricoverati in un mese e iniziati i lavori di adeguamento del piano terra a Ospedale di Comunità (ossigeno centralizzato e alcuni bagni nelle stanze), siamo ancora in attesa di notizie sul trasferimento dei servizi e sulla riapertura dell’Ospedale di Comunità nella nuova sede.

Tutto sembra pronto ma nessuno parla e sembra sapere.

Quello che doveva essere un trasferimento storico dei servizi sanitari da via Regina Margherita  a via Magellano, sembra un interminabile calvario fatto di incertezze, di silenzi e di errori colossali. Nei prossimi giorni assisteremo all’ennesima inaugurazione pre-elettorale e subito dopo rimarremo soli con i mille problemi insoluti.

Nessuna accusa personale, soprattutto in questa settimana in cui si accende la campagna elettorale. Nessun baratto, nessun patto, nessuna promessa, nessuna denuncia in questo momento.  Ne parleremo in seguito.

Il PTA appartiene alla comunità di Cisternino e non alla politica.

Il politico deve saper ascoltare, conoscere, proporre e vigilare che sia Bruni, Cesaria, Conca, D’Agosto, Emiliano, Fitto, Laricchia, Scalfarotto.

La sera del 21 settembre avremo il nuovo presidente della Regione Puglia a cui rivolgo un appello riguardo la sanità dei piccoli comuni, in totale abbandono da decenni.

Non proponete megaprogrammi irrealizzabili. 

Basta con le chiacchiere chiamate Sanità 3.0 e simili. Qui si deve partire dalla sanità 1.0 che significa ritrasformare le Aziende Sanitarie (ASL) eliminando la funzione di azienda e rielaborandola in Servizi Sanitari, i cui direttori generali  non devono avere il ruolo di amministratori di bilancio ma modellatori di sistemi.

Non devono essere al soldo del presidente della regione pro-tempore ma essere eletti dall’assemblea dei sindaci dei comuni di competenza. I sindaci, con i consigli comunali, devono avere parte attiva nella programmazione e nella gestione della sanità territoriale. Essi sono gli unici che conoscono a fondo i bisogni,  le aspettative, le potenzialità e le criticità del proprio comune. I grandi ospedali devono operare a gestione autonoma con riferimento diretto alla Regione.

I servizi sanitari territoriali (PTA, OdC, poliambulatori) devono operare a gestione locale con ruolo determinante delle amministrazioni comunali.

Del resto la legge di riforma del SSN del 1978, nei primi anni prevedeva  un consiglio di amministrazione nominato dai consigli comunali che a sua volta nominava il presidente dell’Unità Sanitaria Locale (USL) .

Non deve essere però un ritorno al passato (in cui i partiti fecero man bassa di potere e di assunzioni clientelari al netto di importanti opere strutturali).  Necessita una nuova visione del ruolo centrale dei cittadini che devono partecipare, tramite i loro rappresentati eletti in comune, alla gestione locale della sanità.

Oggi la gente insoddisfatta dei servizi sanitari, direi spesso drammaticamente abbandonata, non sa nemmeno con chi protestare.

La sanità è diventata una cassaforte blindata in mano ai presidenti di regione a cui fa capo il 90% del bilancio regionale.

Una dittatura democratica che, nel caso della nostra regione, non ha permesso nemmeno la nomina di un assessore alla Salute per tutti i 5 anni del mandato attuale.

Se i consiglieri regionali non sono riusciti a nominare nemmeno un assessore (il più importante), immaginate che forza decisionale possa avere un direttore generale di ASL, un direttore di distretto, un sindaco, un operatore sanitario, un cittadino.

12 settembre 2020

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https://www.portagrande.it/il-pta-sospeso-a-cisternino/

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