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Il segreto nascosto e incantevole di Cisternino

Il segreto di Cisternino per rialzarsi dopo il Coronavirus: il turismo. Ci viene spiegato in questo articolo Sr Melisa Palumbo, collaboratrice di Porta Grande Cisternino.

Il segreto di Cisternino il turismo
Ponte della Madonnina

Cisternino è, e potrà esserlo sempre di più. È il posto della rinnovata umanità. È capace di offrire al visitatore un percorso che lo porta alla conoscenza non solo del luogo ma di se stesso?

Il nostro “Bel Paese” (Dante Alighieri, Inferno, Canto XXXIII, verso 80), così poeticamente definito proprio per il suo clima mite e i suoi naturali paesaggi – oltre che per storia e cultura –  attraversato ora dalla piaga del Corona – ha  in sé la  potenza di rialzarsi.

Una forza iscritta nel suo DNA geomorfologico e culturale che deve assolutamente riattivarsi per una rinascita rivitalizzante di quanto è proprio del nostro patrimonio.

Il fotogramma spettacolare con cui l’Italia è ritratta, attraverso un paesaggio naturale e antropico, gravido di incanto e genio estroso è il punto di leva sul quale esercitare inventiva e creatività, appunto, per risollevarsi. La spinta alla leva è il turismo. 

Come si possa far sì che l’incanto della nostra bella e cara Cisternino si estenda al di là del confine e delle limitazioni in tempo di Covid, e come si possa far crescere esponenzialmente e qualitativamente l’afflusso turistico… lo lasciamo dire agli esperti, a tutti coloro i quali hanno interesse  a potenziare un elemento -il turismo- carico  di mille  opportunità e risvolti.

Il nostro intento è quello di puntare sull’identità della stessa Cisternino.

L’incanto come attrazione turistica non è un elemento soltanto filosofico ma è concretamente e realmente valido. Questo si evince già dall’articolo pubblicato da Elisa Sabatelli “ Cisternino in giro per il mondo” su Porta Grande recentemente.

Possiamo anche trovare  spunti di riflessione sull’utilità del turismo a partire dalle dichiarazioni del professore Filippo Grasso, dell’università di Messina, esperto di turismo.

Il professore e parla di «turismo attento, responsabile, costruttivo, dolce, che non è ozio ma che genera attenzione ai luoghi, le persone, fedeltà della terra»[1]… quindi parla di un turismo che, in un certo senso, detronizza il luogo per mettere al centro il viaggiatore perché -nella mente e nell’animo prima e col corpo poi- il viaggiatore possa compiere viaggi naturalistico-esistenziali che portino a fruire della bellezza naturale, come dei servizi pubblici oltre che beneficiare, soprattutto, delle risorse umane valorialmente esperte di accoglienza e generosità.

Qualità che si evincono magistralmente nella popolazione cistranese.

Le parole del Grasso: «i cammini realizzano non solo risposte alle motivazioni, alle emozioni personali e di gruppo, ma costituiscono un ponte tra realtà locali visitate e l’esperienza vissuta dei singoli camminatori»[2] ci spingono a pensare che il grande patrimonio da scoprire nei valori che portiamo iscritti dentro di noi, come cittadini italiani e cistranesi, sono da valorizzare e siamo chiamati a non lasciarli scomparire.

Il privilegio che noi cistranesi abbiamo di abitare un meraviglioso territorio nascosto, un borgo. Esso deve far riflettere sulla grande opportunità di essere custodi di un sapere antico che viene tramandato e raccontato.

Quando il turista arriva nel Borgo cistranese deve avere la possibilità di vivere un’esperienza globale capace di coniugare la bellezza geomorfologica e architettonica del posto insieme ai  momenti conviviali accompagnati anche da cibi prelibati.

Il viaggiatore  deve poter vivere  con uomini e donne capaci di mantenersi a “misura umana”.

Venire  a Cisternino deve significare il poter scoprire  che esiste un’umanità rinnovata, un’umanità vera, un’umanità densa di valore, di affetto, di accoglienza, di generosità, e che è realmente  possibile tutto questo perché è il modo proprio di essere del cistranese.

Tutto questo permette di compiere un viaggio che porta a scoprire e a ritrovare una sintonia tra l’ambiente circostante e gli abitanti dello stesso posto.

Sarebbe allora opportuno riflettere ancora più  profondamente.  Riflettere su quella che è l’identità, il sapere, i mestieri, il patrimonio materiale e immateriale del nostro Borgo e che lo rende unico al mondo. 

In questo modo il turismo, e la possibilità di compiere un viaggio a Cisternino, veicolano l’arricchimento personale del singolo viaggiatore e portano – lo stesso- ad entrare in un ritmo che è tipico di un piccolo centro come il nostro. Un ritmo lento ma vivo, denso ma disteso, elementi che permettono di gustare una dimensione di vita autentica a contatto con la natura, con la storia, con la gente.

Sr Melisa Palumbo

Il segreto di Cisternino il turismo


[1] Cfr https://www.coloursofsicily.com
[2] Ibidem

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