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Festa ‘Patronale’ dei cistranesi a Roma

Puntuale come San Quirico o come Maria Ausiliatrice anche a Roma, da ormai 3 anni, c’è una tipica festa ‘patronale’ cistranese che si rinnova di anno in anno: la famosa e ormai segnata in rosso su tutti i calendari romani, ‘Cena dei cistranesi a Roma’.

‘Quann ma scì mangè tutt ‘appijrse !’ Ecco la formula magica che dà vita a questo magnifico incantesimo che ogni anno raduna nella capitale tutti i cistranesi che vivono ormai a Roma, da anni o semplicemente da pochi mesi. La formula ormai collaudata è la stessa: esiste un gruppo whatsapp dei cistranesi a Roma, fondato nel 2016 da un concittadino cistranese, ma romano per lavoro, ‘Antonio Loconte’; attraverso il gruppo si sceglie insieme giorno e location (in genere una pizzata nel weekend); il passaparola verbale, tipico nostro, che è un attimo e ’u sapn tutt’ e il raduno è organizzato. Quest’anno la festa si è svolta venerdì 4 maggio, in una pizzeria della capitale in zona Talenti: la serata è stata pianificata di tutto punto da un altro cistranese doc, ma romano da anni, ‘ Davide Soleti’ che, in breve tempo, ha radunato circa 40 concittadini. L’incontro organizzato è stato subito uno scambiarsi di abbracci e sorrisi: nuovi membri arrivati da poco a Roma insieme a veterani che invece a Roma stanno da anni, tutti accomunati da un unico elemento: la ‘cistranesità’. La magia di questi raduni sta proprio nell’atmosfera che si crea ogni volta, un’atmosfera di condivisione e di sentirsi per qualche ora un po’ a casa: una grande famiglia cistraromana composta da tanti, diciamo ‘ziéne e cussprine’, che condividono storie e che possono contare sull’aiuto reciproco, vero e sincero, di chi capisce cosa vuol dire vivere lontani dalla propria terra.

La ‘cistranesità’ è come una calamita che per un momento attrae tutti i compaesani sparsi per la capitale: li fa incontrare per una cena e li carica di quell’energia e solarità tutta vera e tutta nostra. A chiusura di ogni serata poi, si rinnova quella promessa che ognuno di noi, cistranesi trapiantati a Roma, è felice di mantenere e cioè ‘ ni’ vdìme a prossma vóte! ’. E così, come per magia, anche il prossimo anno questa calamita ci attrarrà a sé e arriverà sempre il momento della nostra festa ‘patronale’ a Roma.

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