L’esposizione della bandiera palestinese sulla facciata degli edifici pubblici italiani continua a dividere l’opinione pubblica ed a sollevare contrasti interpretativi ed ideologici. L’ultimo caso in ordine cronologico ha riguardato il Comune di Cisternino, dove le bandiere italiana ed europea sono state sostituite con quelle della Palestina e della Pace.

La vicenda è stata segnalata il 15 settembre dal consigliere regionale Luigi Caroli di Fratelli d’Italia ma il caso della Valle d’Itria non rappresenta un episodio isolato nel panorama nazionale: diversi comuni, lungo tutta la Penisola da Scandicci ad Andria, passando per Castelplanio e Brindisi solo per citarne alcuni, hanno adottato delibere per esporre la bandiera palestinese sui propri palazzi comunali come gesto di solidarietà verso la popolazione civile colpita dal conflitto israelo-palestinese.
La questione si inserisce in un quadro normativo preciso, disciplinato dal d.P.R. 7 aprile 2000, n. 121, che regola l’uso delle bandiere da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici.
Sulla base di quello che prevede il decreto: «la bandiera della Repubblica e quella dell’Unione europea vengono esposte […]: a) all’esterno degli edifici ove hanno sede i commissari del Governo presso le regioni e i rappresentanti del Governo nelle province; b) all’esterno delle sedi degli altri uffici periferici dello Stato di livello dirigenziale generale o dirigenziale, aventi una circoscrizione territoriale non inferiore alla provincia; c) all’esterno delle sedi centrali delle autorità indipendenti e degli enti pubblici di carattere nazionale, nonché di loro uffici periferici corrispondenti a quelli di cui alla lettera b)» (art. 1).
Inoltre, all’art. 8, si precisa che «all’esterno e all’interno degli edifici pubblici si espongono bandiere di Paesi stranieri solo nei casi di convegni, incontri e manifestazioni internazionali, o di visite ufficiali di personalità straniere, o per analoghe ragioni cerimoniali […]».

Queste disposizioni – secondo Caroli – mirano a «garantire la neutralità delle sedi istituzionali e il rispetto della bandiera nazionale», per «agevolare il dialogo e l’incontro fra posizioni diverse, non acuire gli scontri». Per questo motivo, sulla questione sono stati invitati quindi a pronunciarsi Prefetto di Brindisi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Interno ed il Ministro della Funzione Pubblica e in diversi casi, l’intervento delle autorità ha determinato il ripristino dello status quo ante.
A Ruvo di Puglia, ad esempio (dove la bandiera palestinese è stata esposta per circa 50 giorni), il rappresentante del Governo ha risposto personalmente alle richieste di chiarimenti, ribadendo che l’esposizione di bandiere straniere è consentita solo in occasioni specifiche e non in via permanente.
La tensione intorno alla stessa questione si era già manifestata, peraltro, anche in altri contesti, come durante il Giro d’Italia 2025, dove l’esposizione di bandiere palestinesi da parte di privati cittadini ha causato l’intervento delle forze dell’ordine, alimentando ulteriormente il dibattito pubblico, ma il caso più recente e simile rispetto a quello di cui discutiamo è dato dall’esposizione della bandiera ucraina: a Fidenza, Bergamo e Arezzo, solo per citare alcune città, con analoghe problematiche.
La risposta del sindaco Lorenzo Perrini non si è fatta attendere: il giorno seguente ha chiarito che «mai sono state rimosse la Bandiera Italiana e quella Europea per dare spazio a quella della Pace e a quella Palestinese. Vengono infatti regolarmente esposte in luogo diverso nei giorni indicati secondo quanto stabilito dalla normativa nazionale e locale vigente». L’esposizione delle bandiere all’esterno e all’interno delle sedi delle regioni e degli enti locali, infatti, come ha chiarito il primo cittadino, è oggetto dell’autonomia normativa e regolamentare delle rispettive amministrazioni (art. 12 d.P.R. 121/2000). Conseguentemente, il Consiglio Comunale di Cisternino ha disciplinato modalità e i tempi di esposizione mediante un Regolamento approvato nel 2014 confermato nel 2018.
I toni del comunicato si inaspriscono nella contrapposizione diretta con il Consigliere Caroli ma la presa di posizione viene ribadita da Perrini: «la Cisternino Repubblicana ha sempre condannato l’antisemitismo ma anche chiunque violi il Diritto Internazionale Umanitario.
Quanto sta accadendo è la dimostrazione che forse altri hanno dimenticato cosa sia stata l’eliminazione scientifica e programmata di un popolo […]». La città della Valle d’Itria resta dunque «una Istituzione che democraticamente ha scelto di stare dalla parte della Pace, dei più deboli e del Diritto Internazionale di cui l’Italia è sempre stata fra i principali fautori aderendo a numerose convenzioni internazionali».
Sulla vicenda è stato invitato ad esprimersi alla prima seduta utile il Consiglio comunale di Cisternino, al quale Mario Saponaro, rappresentante del Gruppo consiliare “Innovazione”, ha trasmesso una proposta di Ordine del Giorno avente ad oggetto la tutela della neutralità istituzionale del Comune di Cisternino e il corretto uso dei simboli pubblici, richiedendo, in particolare, l’adozione delle seguenti misure correttive: «ripristino dell’esposizione delle bandiere Italia e UE su tutti i plessi comunali; criteri di neutralità per celebrazioni ed eventi; divieto di utilizzo di immobili, personale e risorse dell’ente per finalità di parte».
Nel frattempo, la bandiera della Palestina è stata ammainata e la questione sollevata a Cisternino ha acceso sul drammatico contesto del conflitto israelo-palestinese un riflettore ancor più grande di quanto avrebbe potuto fare un vessillo al vento. È auspicabile, dunque, che deposte le contrapposizioni ideologiche questa divenga un’occasione utile da un lato per ridare prestigio alle istituzioni ed al dibattito democratico, ma dall’altro per far sì che il confronto politico stesso abbia ad oggetto l’indiscutibile primato della promozione della Pace come strumento di crescita delle comunità e dell’individuazione delle strategie migliori per la promozione della solidarietà verso tutte le popolazioni in difficoltà.
https://presidenza.governo.it/ufficio_cerimoniale/cerimoniale/bandiera_esposizione_schemi.html
Gianmichele Pavone