A Cisternino i primi laureati a distanza
Tanti sacrifici per il Covid19.
Dal più grave e terribile come rischiare o perdere la vita, a quelli meno irreversibili, ma altrettanto pesanti come il posto di lavoro, la lontananza dai propri cari, la reclusione in casa, il rinvio di eventi importanti come il matrimonio, feste e viaggi da tempo sognati e prenotati…E le lauree.
Quanto tempo, sudore e lacrime gettati sui libri, quanto studio matto e disperatissimo in vista del raggiungimento di un obiettivo,
della realizzazione di un sogno, immaginati in un modo totalmente diverso, in una grande aula gremita di emozionatissime persone care e in una grande festa a suggello della corale soddisfazione per un percorso meritatamente concluso.
Ma non in tempo di Covid, ahimè!
E così anche le tante Università italiane si son dovute attrezzare, oltre che per continuare ad assicurare agli studenti il normale svolgimento delle lezioni, anche per la discussione della tesi e la proclamazione di “dottore in…”,
ponendo sul loro capo, in una seduta di laurea a distanza, l’agognata corona d’alloro.
Anche a diversi giovani di Cisternino è toccato fare questa esperienza. Valentina Vasta, laureatasi all’Università di Bologna in Language, society and communication,
racconta di essere stata in ansia più per l’eventualità che si presentassero problemi legati al supporto tecnologico che per la discussione della tesi, ma si ritiene comunque soddisfatta e fortunata di come l’Università ha organizzato il tutto e per la possibilità concessale di concludere il percorso accademico.
Tania Tagliente, che si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Firenze, ci racconta che il giorno della laurea è stato preceduto da stati d’animo altalenanti: a volte era contenta per l’imminente conclusione, altre molto amareggiata per le circostanze che l’hanno costretta a rinunciare a un momento che aveva pensato, chissà quante volte, in tutt’altro modo.
Poi è sopraggiunta comunque la consapevolezza della gravità del momento e del fatto che i festeggiamenti fossero senza ombra di dubbio un problema secondario e la proclamazione ha scatenato ugualmente forti emozioni,
soprattutto grazie alla vicinanza virtuale, ma ugualmente tangibile, di parenti e amici.
Un giorno indimenticabile, insomma.
Daniela Zizzi, già laureata in Scienze motorie presso l’Università di Chieti, ha conseguito la specialistica, presso l’Università di Parma, in Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate.
Un’esperienza singolare -ci racconta- seduta sul divano, davanti a un pc, con i miei soli genitori accanto a me e con una corona d’alloro confezionata dalla mia mamma.
Ho avuto la fortuna di viverla a Cisternino dove mi trovavo per sistemare alcuni dettagli con l’intenzione poi di risalire a Parma per l’espletamento delle formalità pre-discussione tesi.
Ma Parma non l’ho più vista.
Io e i miei colleghi di sessione siamo rimasti increduli,
quando ci è stato comunicato che avremmo svolto il tutto davanti a una webcam e lo abbiamo realizzato davvero solo nel momento in cui ci siamo ritrovati a farlo,
con i professori che abbiamo sentito vicini come genitori e forse proprio nel momento esatto in cui, dopo tanta ansia, io ho sentito il mio nome e la proclamazione.
Una sensazione di libertà, ma tutt’altra cosa rispetto alla laurea in presenza che ho vissuto con la triennale, seppur ugualmente supportata dai miei genitori e dai miei amici.
Mi auguro di poter vivere cerimonia e festa più in là, quando sarà possibile.
Per ora spero solo che si venga tutti fuori al più presto da questa triste situazione e si torni alla normalità.
Dello stesso parere Dayana Fumarola che ha conseguito la specialistica, presso l’Università di Milano, in Biotecnologie vegetali, alimentari e agroambientali.
“Il giorno della laurea –ci dice- è il momento più importante nella vita di uno studente e lo si sogna già dal giorno in cui ci si iscrive all’Università.
Quando poi è alle porte e ti dicono che dovrai laurearti da casa, tramite un computer e in collegamento con i commissari, non si reagisce molto bene.
Ammetto che all’inizio non riuscivo ad accettare la situazione, mi sembrava surreale, ma poi con un po’ di coscienza ho realizzato che non era né colpa mia né colpa di qualcun altro e, anzi, era una situazione necessaria da affrontare per non fermare le nostre vite e poter tornare alla normalità il prima possibile.
E così il 23 marzo, nel mio appartamento di Milano, mi sono laureata.
Non avevo al mio fianco i miei genitori (fortunatamente c’era con me mio fratello) e nemmeno i miei più cari amici, però, grazie alla tecnologia, durante la discussione della mia tesi e della proclamazione ho avviato una diretta sui social network che ha permesso alla mia famiglia e ai miei amici di seguirmi e farmi sentire virtualmente la loro vicinanza.
È stato strano, ma al tempo stesso emozionante! L’ansia e la paura pre-laurea c’erano, ma anche la felicità post seduta è stata tanta.
Ho terminato il mio percorso di studio magari non nel modo che più desideravo ma, sicuramente, i festeggiamenti sono solo rimandati e quando sarà possibile farlo sono certa che sarà ancora più bello”.
Non nascondo di essermi fortemente commossa nel momento in cui ho raccolto, letto e ascoltato le testimonianze di queste nostre ragazze.
Ci complimentiamo con loro e con tutti gli altri ragazzi del nostro paese che si sono laureati in questa atipica modalità.
Tutto molto triste, indubbiamente.
Ma, come si suole dire in questo periodo, auguriamoci di poterli abbracciare più forte… al più presto.
Gloria Erriquez